di Guido Barbazza (per cortesia dell'Autore)*

Vi è mai capitato, cercando di raggiungere una destinazione guidati dal navigatore gps, di avere l’impressione di girare in circolo, senza mai arrivare alla meta? Quando arrivai a quella conclusione disinserii il diabolico aggeggio che, non essendo al corrente di lavori e deviazioni stradali varie, testardamente mi stava conducendo in un bel girotondo,

e mi fermai per chiedere indicazioni a qualche passante. La prima cosa che notai, una volta sceso dall’auto, fu una targa affissa ad un muro, che ricordava che lì «c’era l’officina di Giorgio Ripamonti, dove nel 1919 fu montatala prima moto “G.P.” (Guzzi – Parodi)». MotoGPwebNon potei credere ai miei occhi: «“Guzzi – Parodi” ? Oh, questa poi !». La curiosità fu tanta da farmi dimenticare completamente della mia meta per buttarmi come un segugio su quella che, ne ero certo, era una pista veramente insolita ed inaspettata, per un “Genovese Volante”. Così, poco più in la trovai l’ingresso del Museo Storico della Moto Guzzi, in cui è conservata ed esposta con orgoglio proprio la primissima moto del rinomato marchio. Ed eccola lì, di fronte ai miei occhi, nella sua bella livrea verde scuro, e quelle due lettere, sui fianchi: “G.P.”. Bastò fare due domande al custode e qualche ricerca su Internet per svelare, con mio grande stupore, quell’arcano.

Incappai così nell’affascinante storia di Giorgio Parodi  (1897 –1855) un aviatore genovese, pluridecorato al valor militare, una persona veramente straordinaria, che combattendo nella Prima Guerra Mondiale si guadagnò ben tre medaglie d’argento. Oltre a quella per il volo, Giorgio aveva una grande passione per le moto da corsa, che condivideva con il commilitone, aviere meccanico,i Carlo Guzzi. Così, grazie al prestito di duemila Lire ottenuto dal padre Emanuele Vittorio, che era un noto armatore genovese, il 15 marzo 1921 fondò a Genova la "Società Anonima Moto Guzzi", insieme al suo amico Carlo. La produzione cominciò in un piccolo stabilimento a Mandello del Lario, vicino a Lecco. La prima moto sviluppata dai due fu proprio la G.P., nome derivato dalle iniziali di Guzzi e Parodi. "G.P." erano però anche le sue iniziali, per cui Giorgio, onde evitare fraintendimenti e con un grande gesto di lealtà e di generosità verso il progettista Carlo Guzzi, decise di cambiare il nome della moto commerciale derivata dalla G.P. , che fu chiamata “la normale” in Moto Guzzi, riservandosi la scelta del logo con l'aquila d'oro, simbolo degli aviatori militari.

Parodi rappresentò l’anima sportiva della Moto Guzzi,  mente il socio Carlo Guzzi era più incline a dedicare gli sforzi a migliorare l'affidabilità, le prestazioni e il comfort della produzione di serie. L'attività sportiva della Guzzi, sotto la direzione di Parodi, fu improntata alla minuziosa attenzione e controllo di ogni particolare, e a uno spirito di competizione franco e gagliardo che si rifaceva alle norme cavalleresche proprie degli aviatori della prima guerra mondiale. Coerente con il suo spirito temerario, Parodi si allontanò dalle moto per segnare un primato mondiale di velocità, guadagnarsi un’altra medaglia di bronzo volando sui cieli d’Etiopia e poi altre due medaglie d’argento, combattendo spericolatamente nella seconda guerra mondiale, sempre riportando a casa la pelle, in un modo o nell’altro, benchè seriamente ferito. viaGP webA Genova, nel quartiere di Albaro, è stata intitolata una strada a Giorgio Parodi "aviatore pluridecorato al valor militare". Non a caso, qualcuno, sulla targa della via ha appiccicato un adesivo della “Moto Guzzi”.A Mandello del Lario, invece c’è “via Emanuele Vittorio Parodi”, a ricordare “o sciô Parodi”, padre ViaEVParodidi Giorgio, che ci aveva messo i dinæ per creare la società. Non a caso è la via sulla quale si affaccia lo storico stabilimento della Moto Guzzi.

Attenzione, anche la storia della “Vespa” in un modo o nell’altro parte da Genova. Infatti, nel 1884 Rinaldo Piaggio (Genova 1864 - 1938) fondò a Genova la “Piaggio e C.”, per la lavorazione del legno e degli arredamenti navali, società ampliatasi in seguito fino a comprendere, dal 1901, la costruzione di materiale ferroviario e successivamente anche aeronautico, attività poi confluite, negli anni sessanta, nel gruppo Fiat.

Proprio nello stabilimento di Pontedera della società genovese nacque, nel secondo dopoguerra, la “Vespa”, l’innovativo, geniale, “scooter” che con la sua semplicità e praticità ha conquistato il mondo. Curiosità, fu proprio l’imprenditore Enrico Piaggio, nato a Genova-Pegli nel 1905 a creare “la 1946 Mu.004 Vespa 981Vespa”, affidandone il progetto all’ingegnere aeronautico Corradino D’Ascanio. Nel dopoguerra riesce a creare e ad affiancare alla prestigiosa produzione aeronautica, seriamente danneggiata dai bombardamenti, un'altrettanto valida ed innovativa produzione motociclistica.

Piaggio aveva la visione di dare agli Italiani un mezzo di trasporto semplice ed economico. Fu così che nel 1946 lanciò la Vespa. Il veicolo ebbe un successo planetario. Due anni dopo fu il bis con l'Ape. Si dice che il nome “Vespa” sarebbe stato generato da un'esclamazione proprio di Enrico Piaggio che alla vista del prototipo esclamò: «sembra una vespa !», per via del suono del motore e delle forme della carrozzeria somigliante all'insetto.

La Vespa è uno dei prodotti di disegno industriale più famosi al mondo nonché più volte utilizzato come simbolo del design italiano. Ma sì, “gasiamoci” un po’ anche noi genovesi per questo, in questi tempi difficili male non fa. Specie considerando che sia la Vespa, sia l’Ape, sia le Moto Guzzi, anche se nessuno se lo ricorda più, portano cromosomi e sangue genovese.


CopertinaGenovese Volante*Questa, ed altre storie, che raccontano la presenza di Genova nel mondo, si trova pubblicata nel volume "Il Genovese volante" (Ed. Canneto, 2017), a firma di G. Barbazza