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SEGUENDO L'AQUILA

itinerari alla scoperta di
Giorgio Parodi

INTRO i luoghi

IL LIBRO

 

Opera dello scultore Ettore Gambioli (autore anche del monumento a Carlo Guzzi a Mandello del Lario), raffigura Giorgio Parodi in piedi, appoggiato all’ala di un aereo, nell’atto di leggere ciò che è scritto su di un foglio, appoggiato sopra un libro.

La statua è  ricca di elementi simbolici che meritano di essere approfonditi.

L’Ala è il primo elemento che testimonia la sua grande passione per il volo: Fu tra i fondatori dell’Aeroclub genovese, istruttore (la scuola di volo è intitolata a suo nome), e aviatore sportivo di grande successo in moltissime competizioni.

Giorgio è raffigurato in uniforme: egli, infatti, fu inquadrato nelle Forze Armate fin dal 1916 (quando si arruolò volontario) fra le file della Regia Marina e, successivamente nel 1929, della Regia Aeronautica (diventata Arma autonoma dal 1923), ininterrottamente fino al termine della Seconda guerra mondiale. La divisa è stata scelta per rappresentare lo spirito di servizio e di corpo, oltre la grande passione per il volo. Sebbene militare non di carriera, quale Ufficiale pilota in congedo rimase “a disposizione” del corpo di appartenenza e più volte richiamato in servizio.

Si può dire pertanto che fu militare, ininterrottamente, per ben 27 anni.  L’uniforme e il volo costituiscono quindi un tratto estremamente caratterizzante la sua vicenda personale, che si dipana nel corso di un periodo storico difficile e caratterizzato da innumerevoli vicissitudini.

Sul bavero della giacca spiccano le “stellette”. In vigore dal 1871 , esse furono prima ornamento, e poi segno distintivo del militare in attività di servizio, di qualsiasi grado, arma e corpo. Un’ipotesi interpretativa le vede legate al nostro periodo risorgimentale quando il simbolo delle fortune dell’Italia era una donna con una stella in fronte o sulla corona portata sul capo, il famoso ‘Stellone’, allegoria appunto dell’Italia. Le stellette quindi, oltre a indicare i gradi, hanno un significato simbolico, e appaiono tutt’ora al centro dell’emblema della Repubblica Italiana.

Sopra il taschino sinistro sono inseriti sei “nastrini” che rappresentano le sei decorazioni di cui fu insignito, cinque d’argento e una di bronzo. Una di queste per aver portato in salvo i suoi compagni, benchè gravemente ferito a un occhio, che poi perse, smettendo così di volare. Al di sopra dei nastrini l’aquila dei piloti, divenuta anche il simbolo della Moto Guzzi da lui fondata.

Giorgio è raffigurato nell’atto di leggere un foglio ritrovato nel libro. Si tratta della lettera con cui nel dicembre del 1919 il padre Emanuele Vittorio, lo informava della sua disponibilità a finanziare il progetto che, insieme al suo motorista Carlo Guzzi, avrebbe portato alla creazione del prototipo di quella che sarebbe stata la “normale”. Una motocicletta per l’epoca innovativa e caratterizzata da soluzioni tecniche all’avanguardia. Quella “carta” rappresenta metaforicamente sia l’inizio dell’attività imprenditoriale che Giorgio condusse fino alla sua morte, sia il forte legame famigliare che ha caratterizzato la storia dei Parodi.

Di carattere schivo e poco incline alla ribalta, Giorgio volle l’aquila degli aviatori come simbolo della Moto Guzzi (in ricordo del compagno Giovanni Ravelli, pilota, scomparso durante un volo di collaudo) e lasciò il nome dell’azienda a Carlo Guzzi, il progettista della nuova motocicletta, indicando in lui il tecnico, geniale “creatore” del veicolo. In omaggio a questo suo spiccato ‘understatement’ si è scelto di non includere nell’opera alcun elemento motociclistico, largamente presente invece nel monumento al Guzzi, sia per fedeltà alla vicenda storica (come detto, Giorgio non volle “apparire”), sia per inserire un ulteriore elemento descrittivo del carattere di Giorgio.

Infine il viso di Giorgio Parodi, assorto nella lettura della famosa lettera, ritrovata casualmente: è il ritratto di un uomo maturo. Poiché il  marmo cristallizza il tempo, descriverne il corso richiede l’utilizzo di artifici narrativi spiccatamente allegorici; l’Autore ha quindi scelto il suo volto delle ultime immagini a noi pervenute per significare il senso del trascorrere del tempo e delle vicende.

La statua è collocata su di un belvedere che domina Piazza della Vittoria, dove l’Azienda ebbe uno dei suoi uffici, alla quale dà le spalle. Questa scelta permette al visitatore che volesse fotografare il monumento, di trovarlo incorniciato da una spettacolare skyline del centro di Genova. Sul lato opposto (quindi di fronte a Giorgio) si stende la passeggiata sopraelevata di Mura delle Cappuccine, inserita nei percorsi di “Wonderful Walking Genova”, un percorso urbano indicato da borchie bronzee a mo’ di “pietre d’inciampo” destinato sia a chi corre, sia a chi vuole camminare all'interno della città, scoprendone aspetti spesso ignorati e svolgendo attività fisica. Per i runner sono proposte alcune “stazioni” dotate di totem: utilizzando un QRcode si potrà visualizzare un breve filmato con una serie di esercizi fisici di riscaldamento e/o di distensione e di attività aerobica. Un ideale punto di incontro, di emozioni e di 'photo opportunity' non solamente per gli appassionati Guzzisti ma per tutti coloro che desiderano godersi una spettacolare vista della “Superba”.


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